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Agli inizi del ‘900 la malaria stava facendo morire circa duemila persone all’anno in Sardegna, così Tra il 1948 e il 1950 si svolse il “Sardinian Project”, la grande campagna contro le cause dell’endemica piaga della malaria condotta dall’ERLAAS (Ente regionale della lotta antianofelica) e finanziato tra gli altri dalla Fondazione Rockefeller (supervisione e direzione scientifica), dall’UNRRA (United Nations Relief and Rehabilitation Administration) e dall’ECA (Economic Cooperation Administration). Il progetto è stato realizzato in due fasi: nella prima l’obiettivo era distruggere le zanzare adulte e sono state bonificate col DDT tutte le abitazioni, edifici pubblici, scuole, casolari e fienili, ponti, monumenti, nuraghi, domus de janas, pozzi minerari e cave, installazioni militari e grotte.
Nella seconda fase vennero impiegati migliaia di operai e tecnici nella ricerca delle larve della Anopheles Labranchiae, che, con aerei e squadre di disinfestatori a terra hanno irrorato corsi d’acqua e paludi e costruito canali di bonifica. L’esercito dell’ERLAAS era composto da 32 mila uomini, 200 automezzi e 4 aerei.
Presso l’Istituto Scolastico "Alberto Riva Villasanta”, in piazza Garibaldi, si trova a tutt’oggi il monumento in memoria dell’opera e del sacrificio di queste persone.
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